sabato 15 settembre 2012

Poesia N° 33 - Sono gli anni

Esperienze disperse nei giorni,
amicizie, amori e dintorni.
Ricevi ciò che infondi
e credi solo in ciò che diffondi.
 
Sono gli anni del caos plasmatore;
come in un auto il motore.
Ciò che sai d' aver almeno provato
e da tutto qualcosa hai imparato.
 
Sono gli anni dei primi pianti
senza lacrime ma sentimenti;
perché il mondo mangia la carne debole
e per questo solo pochi mostrano l' indole.
 
Sono gli anni di ciò che ricorderai piangendo.
Sono gli anni che non vuoi ma li stai vivendo.
Sono gli anni dei ragionamenti strani.
Sono gli anni dei progetti vani.

Poesia N° 33 - Chi fissa il tempo

C'è chi fissa da lontano il tempo,
lo lascia scorrere e andare
ma lo marchia con uno stampo
incandescente per non dimenticare.

Siamo solo macchie di latte
su un foglio bianco infinito.
Senza scure macchie matte,
siamo solo un nulla indefinito.

Poesia N° 32 - Desincronizzazione spazio-temporale totale

Desincronizzazione spaziotemporale totale.
Immagina passato presente e futuro,
come un triangolo con un punto centrale
indefinito: la dimensione nascosta dietro il muro.

La dimensione senza azione senza direzione,
immersa nell' astrazione più completa.
La dimensione del caos, della meditazine
o forse dell' illuminazione, della meta.

Vado verso una porta appena scoperta,
la maniglia non esiste é sempre stata aperta;
la mia salma morta nell'altra stanza
ma nessun rumore di un ambulanza.

Mentre abbandono la sala osservo
la mia decomposizione ormai inoltrata,
è inutile sperare nel io che conservo
ormai una nuova vita è appena iniziata.

Poesia N° 31 - Premeditazione e delusione

Sfanculo ogni tempo, ogni circostanza;
ogni atmosfera malsana in una stanza:
premeditazione e delusione
creativa attiva e curativa esplosione.
 
L' unica sensazione di vera libertà
Perché il prigioniero è la felicità
In mezzo ai lupi in giorni cupi
Fati crudi e morti, di più non li sciupi

Assenze presenti in nostalgie lontane
Presenze assenti in giornate malsane
Senza traccie visibili e da seguire
In questa terra non resta che impazzire.

O cambiare, viaggiare, liberarsi, imparare
Mostrarsi, rinnovarsi, ricominciare a sperare
Credere e dimostrare che nulla è maligno
E con in viso un grigno sfregio ogni disegno.

Poesia N° 30 - Dal futuro al destino

Il futuro è come la religione
favolette e stereotipi da seguire alla perfezione.
Non sento nessuna emozione,
non mi vedo tra 10 anni, nessuna immedesimazione.
 
Criticità nell' ignoranza della folla;
certe convenzioni sono come colla.
Sono uno squalo ma senza acqua,
con una convinzione ma ambigua.
 
Falsa libertà e libera falsità
in una terra governata da malignità.
Oggi è un bel giorno solo se da ieri qualcosa è cambiato.
È immerso in caos e astrazione tutto il "creato".
 
Tutto ciò che ho sempre sentito non si è mai stabilito
e ora troppe urla affuscano il mio udito.
Il destino non esiste, così come Zeus, Odino e Ulisse;
esistono solo rischi, vie  e infinite piste.

Poesia N° 29 - Viaggio percorro e scopro

Viaggio percorro e scopro
nuovi cieli e panorami.
La misera mancanza che ricopro
per gli amici (rottami).
 
Ne conosco 20 in pochi minuti
e alcuni con stessa velocità
si Voltano e tanti saluti;
e riappaio nell'invisibilità.
 
Nelle lacrime dei ricordi
nella tristezza di lame,
che riflettono accordi
sciolti nel catrame.
 
Una bolla di sangue
tra la folla brucia e vola
e una volta alta s' estingue
così io nella mia nuvola.

Poesia N° 28 - Passeggiate in riva al mare

Passeggiate in riva al mare,
la voglia alta di cantare.
Noi sorridenti sulla sabbia gialla
e i bambini che giocano con la palla.
 
Poi il buio; le ombre svaniscono.
Tutto muore in un tuono.
La solitudine mangia le teste
mentre sbava sangue, dio assiste.
 
Tutto và in fiamme e arde nel rosso,
le speranze cadono in un fosso.
Non posso fermare tutto questo
e neanche lo voglio del resto.
 
Infine vago in un deserto di cenere,
deriso da me, dalla luna e da venere.
È il momento di fermarsi e ascoltarsi
e scoprire che la realtà fa parte di se stessi.
Ok, si ricomincia.
L'ispirazione ultimamente non passava spesso a salutarmi.